Traslitterazione

La scrittura della lingua giapponese è un sistema misto ideogrammatico-fonetico di difficile lettura da parte degli stranieri. Per permettere agli occidentali di addentrarsi un minimo nella lingua sono stati inventati tre sistemi di traslitterazione in caratteri latini; quello più usato in Europa ed America, che prende il nome di Sistema Hepburn da quello del suo inventore, prevede la lettura delle vocali, salvo alcune eccezioni, come in Latino (cioè come in Italiano) e delle consonanti come in Inglese.

Qualora il lettore fosse in dubbio faccia riferimento alla seguente tabella:

CH C dolce come in "ceci"
F F bilabiale soffiando fra le labbra, quasi una H
G G dura come in "gallo"
H H aspirata sonora
J G dolce come in "giorno"
K C dura come in "chicco"
S S dura come in "sasso"
SH SC dolce come in "sciare"
TS Z dura come in "mazzo"
TC C doppia come in "cocchio"
Y I come la J in romanesco
W simile alla U una sorta di breve V bilabiale
Z S dolce come in "svasare"

Grafie del passato non più in uso:

KWA KA Kwannon = Kannon
GWA GA  
YE E Yen = En

Per eufonia, la lettera N davanti ad B, H, M e P viene pronunciata M.

Le vocali possono essere pronunciate brevi oppure lunghe; le prime sono scritte come in Italiano: A, E, I, O, U.

Le vocali brevi I ed in particolare U, possono essere semimute (ashita = ash'ta, shitakusa=sh'tak'sa, tsuru = ts'ru) specialmente quando si trovano alla fine della parola come ad esempio nelle forme verbali (masu = mas', desu = des').

Le vocali da pronunciarsi lunghe vengono scritte come Â, EI, II, Ô, Û. Fa eccezione il gruppo EI che talvolta viene letto come un qualunque altro dittongo; in tal caso per conoscere la corretta pronuncia bisogna rivolgersi ad un dizionario.