Periodo di transizione: 1606 - 1926

Pur appartenendo storicamente al periodo feudale, il periodo Edo (1605 - 1867, detto anche Tokugawa) fu un altro periodo di transizione per la storia dell'arcieria giapponese.

Yoshida Shigenobu, figlio di Shigeuji (alias Insai, 1561-1638) divenne, dopo un'incredibile dimostrazione, l'istruttore di tiro della famiglia Tokugawa (dando avvio successivamente alla Heki Tô Ryû), ma sotto la loro dittatura il Giappone si chiuse verso l'esterno ed iniziò un lungo periodo di pace durante il quale l'arcieria avrebbe potuto anche estinguersi, difatti a partire da questo periodo sarà la spada a divenire l'"anima" del samurai.

Prevalse invece il senso della tradizione, ma il mondo dell'arco si spostò nuovamente, allontanandosi dal contesto marziale; la manifestazione più importante diventò una sorta di gara di durata presso il padiglione Sanjûsan Gendô (sala delle 33 campate) al tempio Rengeôin di Kyôto.

All'esterno del padiglione, sotto la tettoia larga circa 2,2 metri e lunga circa 120, un arciere appartenente ad una delle scuole Chikurin o a quella Sekka, si sedeva a gambe incrociate e tirava per un massimo di 24 ore; venivano considerate valide le frecce che uscivano dalla parte opposta del tempio tra la catena di scolo dell'acqua (come ancora oggi se ne vedono in certe abitazioni anche in Italia) e la parete, senza che toccassero l'impiantito di legno né si piantassero nelle travi che si trovano a soli 5 metri d'altezza (per questo motivo questo tiro viene anche chiamato "della traiettoria tesa").

Si tramanda che furono 823 gli arcieri a cimentarsi in questa impresa ma di questi soltanto una trentina furono degni di nota; i due più famosi: nel 1669 Hoshino Kanzaemon (della scuola Bishû Chikurin) tirò 10.542 frecce fermandosi poco prima della ventiduesima ora quando 8.000 frecce esatte furono dichiarate valide; Wasa Daihachiro (allievo di Yoshimichi Junsei, Kishû Chikurin), nel 1686, tirò in 24 ore ben 13.053 frecce delle quali 8133 a bersaglio. A proposito di questa seconda impresa si narra un interessantissimo aneddoto.

Dopo una delle brevi pause, Wasa cominciò a sbagliare un numero troppo elevato di frecce: la sua mano sinistra si era gonfiata impedendogli la corretta impugnatura dell'arco; un vecchio samurai si offerse di occuparsene e chiese che gli venisse portata una piccola lama; con questa egli praticò un certo numero di micro-incisioni sul dorso della mano dell'arciere attraverso le quali la mano iniziò a sgonfiarsi; egli, così alleviato, riprese a tirare e soltanto a prova finita e record superato Wasa venne a sapere che il suo benefattore era proprio Hoshino Kanzaemon.

Verso la fine del diciassettesimo secolo, in accordo con lo spostamento della pratica verso gli stili cerimoniali, Morikawa Kozan (1631 - 1702), fondatore della Yamato ryû (da non confondersi con quella pre-feudale), usò per primo il termine di kyûdô (via dell'arco) contro il più antico kûjutsu (arte dell'arco).

L'ottavo Shôgun, Tokugawa Yoshimune (1684 - 1751), fece raccogliere tutti i testi sul kyûdô del Giappone ed ordinò al suo Hatamoto (Daimyô alle "dirette dipendenze" dello Shôgun) Ogasawara Heibei Tsuneharu (1666 - 1747) di recuperare i dispersi insegnamenti dei cinque rami delle scuole discendenti da Ogasawara Nagakiyo e divenne quindi il ri-fondatore della scuola Ogasawara tuttora esistente a Tôkyô.

Nel 1868 avvenne un importantissimo evento, la "Restaurazione Meiji", con il quale il Giappone chiuse il proprio periodo feudale storico e con la restituzione del potere dello Shôgun all'Imperatore il paese si aprì verso l'esterno, commercialmente, politicamente e militarmente; anche questo divenne un momento di rischio per la tradizione arcieristica.

Alla fine del diciannovesimo secolo, Honda Toshizane (1868 - 1912, appartenente alla scuola Chikurin) creò uno stile ibrido fondendo l'arcieria dei cavalieri e quella dei fanti; questo istruttore dell'Università Imperiale di Tôkyô incominciò ad insegnarlo ai propri allievi malgrado le proteste di tutti i tradizionalisti; nonostante queste proteste, essi incominciarono a diffondere la Honda ryû in tutto il Giappone rendendo il suo fondatore la persona che più di ogni altro influenzerà il kyûdô così come lo si pratica oggi.