Periodo antico: 250 a.C. - 794 d.C.

I reperti archeologici ci hanno testimoniato che durante il periodo Jômon (la preistoria giapponese) erano in uso archi e frecce con la punta di pietra ma la prima vera testimonianza a proposito dello yumi (il tipico arco asimmetrico giapponese) è stata trovata su un'antica campana di bronzo ritrovata nella prefettura di Kanagawa.

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Si tratta di una scena di caccia; gli archeologi fanno risalire questo oggetto al tardo periodo Yayoi (250 a.C. - 330 d.C.); dal punto di vista dell'uso militare, i reperti archeologici attestano che fu successivamente al periodo Yayoi che furono utilizzate punte di freccia di dimensioni maggiori e gli scheletri mostravano tracce di ferite prodotte da quel genere di oggetto.

Per quanto riguarda i documenti scritti, la cronaca cinese Weishu (chiamata "Gishi wa jin den" in giapponese) del 297 d.C. già parla degli uomini del Sol Levante dai lunghi archi asimmetrici, mentre i primi documenti giapponesi non ci parlano dell'arco dal punto di vista utilitaristico ma da quello "religioso"; l'arco, dal punto di vista musicale, fu anche il primo "strumento musicale accordabile" e data questa sua doppia valenza (strumento che poteva "colpire" a distanza tanto con una freccia che con il suono) fu considerato un oggetto magico nello shintô (la via degli dei), l'originale religione animistica della gente della tribù Yamato.

Dal quarto al nono secolo, l'élite culturale giapponese (cioè la corte imperiale) fu fortemente influenzata dalla cultura cinese; la tradizione racconta che fra il settimo ed ottavo secolo un arciere di nome Jarai venne dalla Cina portando alla corte imperiale un compleso stile cerimoniale, anche attraverso questa influenza, i giapponesi svilupparono in seguito una scuola di arcieria chiamata Taishi ryû (scuola dell'epoca Taishi oppure scuola del Principe Taishi, 574-622) nella quale, almeno secondo le antiche cronache, si sarebbero dovuti fondere questi due elementi: magia ed etichetta.