Il guanto

La tecnica per trattenere la corda nell'arcieria giapponese deriva da quella utilizzata sul continente nota con il nome di aggancio mongolo o anello mongolo; tale tecnica utilizzava un anello di giada, di avorio o di corno posto sul pollice; la corda posta tra la falange del pollice e la base dell'indice è bloccata contro l'anello dalla torsione della mano (pronazione).

Il guanto, chiamato yugake o più semplicemente kake, può essere di vari tipi, a cinque, quattro o tre dita; il primo prende il nome di morogake ed è utilizzato esclusivamente per il kisha (tiro da cavallo) della scuola Ogasawara; il secondo, chiamato yotsugake, trova la sua origine col tiro al Sanjûsan Gendô dove era necessario ridurre la fatica della mano destra; è oggi utilizzato da taluni arcieri di alto livello che trattengono otoya, la seconda freccia, durante il tiro della prima, tra il mignolo e l'anulare della mano destra; l'ultimo, mitsugake, quello più comunemente utilizzato, prevede di afferrare otoya con le ultime due dita (scoperte) della mano.

Il guanto è fatto di morbida pelle (solitamente di cervo) salvo il boshi ("cappello" del pollice) nel quale la pelle ricopre una rigida capsula di corno o legno con uno "scalino" dalla parte interna dove verrà agganciato lo tsuru (corda); quest'ultima può essere di Kevlar, mista o interamente naturale.